martedì 13 marzo 2012

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mercoledì 9 novembre 2011

Condono in materia di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili

da notizie giornalistiche pare che, il Governo abbia l'intenzione di introdurre una norma che andrebbe a condonare alcuni gravi reati relativi alla produzione di energia da fonti rinnovabili; in particolare tale disposizione dal titolo «Condono in materia di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili», andrebbe a sanare, con 10 euro al chilowatt, non solo illeciti amministrativi, ma anche reati penali per abusi edilizi, paesaggistici e ambientali; il condono sarebbe a favore di chiunque avesse costruito impianti di energie rinnovabili senza autorizzazione, o la cui autorizzazione (o denuncia di inizio attività, la cosiddetta «dia») stia per essere annullata, in sede giudiziaria o amministrativa; i beneficiari sarebbero dunque i costruttori di impianti fotovoltaici a terra di piccola e media taglia, che per loro natura si possono edificare in tempi molto brevi, come nel caso dei pannelli solari, a differenza di quelli eolici o a biomasse che non possono essere trasferiti con facilità e senza aggravio di costi; tali illegalità sarebbero rese proficue dalla possibilità di intascare gli incentivi statali concessi alle energie rinnovabili, che, malgrado le riduzioni stabilite nel mese di maggio 2011, dovrebbero garantire
all'incirca 170 miliardi di euro nei prossimi venti anni a chi se li aggiudicherà; secondo l'autorità per l'energia elettrica e il gas ad oggi circa 22 mila preventivi non hanno ancora ricevuto un'autorizzazione; tali richieste, concentrate nelle regioni del Sud, sono pari a 150 mila megawatt, quando il record di domanda elettrica di tutta l'Italia non ha mai superato 56 mila megawatt; il territorio non può essere devastato da impianti di questo tipo, per di più se abusivi e privi di ogni autorizzazione; una tale iniziativa rischia di giustificare illeciti come l'abusivismo edilizio, che comporta, peraltro, anche reati ambientali e paesaggistici -: se i Ministri confermino l'esistenza di tale provvedimento; se non ritengano opportuno tutelare, per quanto di competenza, il territorio, l'ambiente ed il paesaggio; se non ritengano opportuno promuovere la cultura della legalità, evidentemente in contrasto con maxi sanatorie di questo tipo

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salvaguardare il diritto all'abitazione dei soggetti più deboli.

Mercoledì 2 novembre 2011, il Presidente dell'Adusbef LANNUTTI ELIO, a presentato alla camera una interrogazione a risposta scritta per la salvaguardare il diritto all'abitazione dei soggetti più deboli. LANNUTTI - Ai Ministri della giustizia, del lavoro e delle politiche sociali, delle infrastrutture e dei trasporti e della salute - Premesso che:
in Italia nel 2010 vi sono state oltre 100.000 sentenze dovute a sfratti per morosità o risoluzione contrattuale da parte del locatore e appare preoccupante la situazione delle persone coinvolte nell'esecuzione del rilascio degli immobili che devono abbandonare le case affittate senza avere altre abitazioni;

la situazione coinvolge oggi, a causa dell'estesa crisi economica, centinaia di migliaia di famiglie che vivono un disagio abitativo molto acuto, in particolare gli anziani, i disabili e le famiglie numerose;
si impone un intervento sulla materia degli sfratti per morosità, in?assenza di normative di sostegno ai Comuni e alle Regioni, considerato che la strategia del Governo in materia di politiche abitative appare del tutto inadeguata e insufficiente. In particolare, si registra l'assenza di qualsiasi iniziativa per fronteggiare l'emergenza abitativa;
ad esempio della grave situazione abitativa in cui versano migliaia di anziani ammalati si riporta la vicenda di V.M., il quale ha in godimento l'immobile denominato podere Piatanete sito a Tarquinia (Viterbo) al foglio 29 particella 59 di proprietà della famiglia Sacchetti;

V.M. è stato riconosciuto invalido civile dalla Commissione provinciale sanitaria per gli invalidi civili di Roma in data 20 marzo 1972 per esiti di paralisi ostetrica all'arto superiore sinistro con riduzione di circa la metà dei movimenti di flesso, aggravata da manifestazioni degenerative della glenoide scapolare ed addensamento del trachite a significato periartritico del braccio destro, con una invalidità civile pari al 100 per cento;
dalla relazione del dottor Fabrizio Ferraresi del 7 gennaio 2010 V.M. è da considerare persona con una grave esperienza depressiva a rischio di suicidio, e lo sfratto potrebbe aggravare le sue già tenui capacità di ripresa. In virtù del fatto che il periziando in passato trasse giovamento dalla permanenza nella sua abitazione a Tarquinia e dall'attività rurale che svolgeva quotidianamente, avrebbe potuto risultare opportuno, al fine della sua salute fisica ma soprattutto psichica, data la potenzialità di suicidio, che egli si stabilisse nella sua vecchia abitazione;

V.M., settantacinquenne, inviava in data 26 gennaio 2010 al locatore proprietario, la Tarquinia Srl, una comunicazione con la quale manifestava la volontà di avvalersi della procedura di sospensione della procedura di rilascio dell'immobile, ai sensi dell'art. 12-sexies del decreto-legge n. 225 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 10 del 2011. Contestualmente alla stessa inviava un assegno di importo pari a 1.000 euro con espressa imputazione della somma al pagamento dei canoni che sarebbero maturati a seguito del godimento del bene locato sino al 31 dicembre 2011;
Continua............